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sabato 16 settembre 2017
LA TELA DEL RAGNO di Graziella Dimilito 17 settembre 2017
LA TELA DEL RAGNO di Graziella Dimilito
Queste sono le notti ideali per agire - pensa Tom, detto <Il Ragno> per quella sua abitudine di vestire sempre di nero,
l'estate così torrida mi ha tenuto fermo per troppo tempo, non ne posso più.
Cammina senza far rumore, rasentando i muri, in attesa di individuare l"elemento" giusto per il suo passatempo preferito... uccidere!
Da un locale notturno escono due uomini barcollanti, ubriachi fradici. Sghignazzando raggiungono l'angolo della via e si separano. Tom ne segue uno a caso.
- Bastardi, pieni di soldi e senza dignità, vi eliminerò uno per uno. Si avvicina con passo felpato pronto ad assalirlo alle spalle, non si accorge che un uomo, favorito dal buio, lo ha seguito fin da quando è uscito di casa. Un braccio lo afferra per il collo, solo il tempo di vedere lo scintillio di una lama nel buio, che gli trapassa il petto, una, due, dieci volte!
L'uomo guarda il corpo esanime di Tom con soddisfazione.
"Per mio figlio, giustizia è fatta! - esclama piano - Il Ragno è caduto nella sua stessa rete."
L'ubriaco è già lontano, non sa quanto è stato fortunato.
Queste sono le notti ideali per agire - pensa Tom, detto <Il Ragno> per quella sua abitudine di vestire sempre di nero,
l'estate così torrida mi ha tenuto fermo per troppo tempo, non ne posso più.
Cammina senza far rumore, rasentando i muri, in attesa di individuare l"elemento" giusto per il suo passatempo preferito... uccidere!
Da un locale notturno escono due uomini barcollanti, ubriachi fradici. Sghignazzando raggiungono l'angolo della via e si separano. Tom ne segue uno a caso.
- Bastardi, pieni di soldi e senza dignità, vi eliminerò uno per uno. Si avvicina con passo felpato pronto ad assalirlo alle spalle, non si accorge che un uomo, favorito dal buio, lo ha seguito fin da quando è uscito di casa. Un braccio lo afferra per il collo, solo il tempo di vedere lo scintillio di una lama nel buio, che gli trapassa il petto, una, due, dieci volte!
L'uomo guarda il corpo esanime di Tom con soddisfazione.
"Per mio figlio, giustizia è fatta! - esclama piano - Il Ragno è caduto nella sua stessa rete."
L'ubriaco è già lontano, non sa quanto è stato fortunato.
venerdì 15 settembre 2017
giovedì 14 settembre 2017
mercoledì 13 settembre 2017
martedì 12 settembre 2017
domenica 10 settembre 2017
sabato 9 settembre 2017
LA FARFALLA di Teresa Ghigo 10 settembre 2017
Farfalla arcobaleno si innalzò lieve nel suo volo di ali multicolori
rilasciando nell’aria eletrizzata piccole particelle di essenza
profumata.
Nessuna altra farfalla era come lei , rivestita di quell’abito mirabile ed incantevole; un dono dal cielo in un giorno estivo durante un temporale improvviso; accadde che placata la furia della tempesta, una solitaria goccia trafitta da un raggio di sole scivolò sino dentro il bozzolo dal quale lei attendeva di divenire farfalla, fu quella piccola goccia di pioggia illuminata dal sole che le regalò ali arcobaleno.
Ali così belle portate con elegante grazia non passarono inosservate, il vecchio calabrone che gironzolava nei paraggi ne fu subito attratto, i colori ed il profumo che si sprigionava quando si alzava in volo fluttuando armoniasa nell’aria parevano attrarlo in un sogno d’estasi invitante.
La ammirava e segretamente l’amava, per lui rappresentava la perfezione, la dannazione eterna dell’anima, la rincorreva come si rincorre una chimera, un sogno perfetto, irraggiungibile. Farfalla arcobaleno pareva sempre sfuggirgli anche quando i suoi occhi si posavano in quelli di lei, scuri, profondi e misteriosi.
Non si faceva illusioni il vecchio calabrone, si accontentava di sapere che lei esisteva, che era parte del suo stesso universo, viveva nella sua ombra, nel suo fascinoso incanto; di quella sua bellezza così effimera, festosa e surreale.
Fu grande la delusione quando nella distrazione di un attimo volgendo lo sguardo non la vide più, la cercò ovunque inutilmente e provò un dolore straziante una sensazione di ineffabile tristezza, un moto d’incanto spezzato che non riusciva a cancellare dall’anima.
Così, l’attendeva ogni giorno nella vaga speranza di vederla tornare in quel luogo pregno della sua magia, dove lei era sbocciata dinanzi ai suoi occhi schiudendo le piccole ali come fossero petali di un fiore.
Forse farfalla arcobaleno un giorno inaspettatamente sarebbe riapparsa e finalmente il vecchio calabrone avrebbe potuto osare sfiorarle con leggerezza le fragili ali, avrebbe inalato il suo profumo, inebriarsi della sua delicata fragranza rimanendo per sempre sospeso in quell’arcano incanto confessandole il suo eterno amore.
Teresa Ghigo
Nessuna altra farfalla era come lei , rivestita di quell’abito mirabile ed incantevole; un dono dal cielo in un giorno estivo durante un temporale improvviso; accadde che placata la furia della tempesta, una solitaria goccia trafitta da un raggio di sole scivolò sino dentro il bozzolo dal quale lei attendeva di divenire farfalla, fu quella piccola goccia di pioggia illuminata dal sole che le regalò ali arcobaleno.
Ali così belle portate con elegante grazia non passarono inosservate, il vecchio calabrone che gironzolava nei paraggi ne fu subito attratto, i colori ed il profumo che si sprigionava quando si alzava in volo fluttuando armoniasa nell’aria parevano attrarlo in un sogno d’estasi invitante.
La ammirava e segretamente l’amava, per lui rappresentava la perfezione, la dannazione eterna dell’anima, la rincorreva come si rincorre una chimera, un sogno perfetto, irraggiungibile. Farfalla arcobaleno pareva sempre sfuggirgli anche quando i suoi occhi si posavano in quelli di lei, scuri, profondi e misteriosi.
Non si faceva illusioni il vecchio calabrone, si accontentava di sapere che lei esisteva, che era parte del suo stesso universo, viveva nella sua ombra, nel suo fascinoso incanto; di quella sua bellezza così effimera, festosa e surreale.
Fu grande la delusione quando nella distrazione di un attimo volgendo lo sguardo non la vide più, la cercò ovunque inutilmente e provò un dolore straziante una sensazione di ineffabile tristezza, un moto d’incanto spezzato che non riusciva a cancellare dall’anima.
Così, l’attendeva ogni giorno nella vaga speranza di vederla tornare in quel luogo pregno della sua magia, dove lei era sbocciata dinanzi ai suoi occhi schiudendo le piccole ali come fossero petali di un fiore.
Forse farfalla arcobaleno un giorno inaspettatamente sarebbe riapparsa e finalmente il vecchio calabrone avrebbe potuto osare sfiorarle con leggerezza le fragili ali, avrebbe inalato il suo profumo, inebriarsi della sua delicata fragranza rimanendo per sempre sospeso in quell’arcano incanto confessandole il suo eterno amore.
Teresa Ghigo
venerdì 8 settembre 2017
giovedì 7 settembre 2017
mercoledì 6 settembre 2017
lunedì 4 settembre 2017
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