Farfalla arcobaleno si innalzò lieve nel suo volo di ali multicolori
rilasciando nell’aria eletrizzata piccole particelle di essenza
profumata.
Nessuna altra farfalla era come lei , rivestita di quell’abito mirabile
ed incantevole; un dono dal cielo in un giorno estivo durante un
temporale improvviso; accadde che placata la furia della tempesta, una
solitaria goccia trafitta da un raggio di sole scivolò sino dentro il
bozzolo dal quale lei attendeva di
divenire farfalla, fu quella piccola goccia di pioggia illuminata dal
sole che le regalò ali arcobaleno.
Ali così belle portate con elegante grazia
non passarono inosservate, il vecchio calabrone che gironzolava nei
paraggi ne fu subito attratto, i colori ed il profumo che si sprigionava
quando si alzava in volo fluttuando armoniasa nell’aria parevano
attrarlo in un sogno d’estasi invitante.
La ammirava e segretamente l’amava, per
lui rappresentava la perfezione, la dannazione eterna dell’anima, la
rincorreva come si rincorre una chimera, un sogno perfetto,
irraggiungibile. Farfalla arcobaleno pareva sempre sfuggirgli anche
quando i suoi occhi si posavano in quelli di lei, scuri, profondi e
misteriosi.
Non si faceva illusioni il vecchio
calabrone, si accontentava di sapere che lei esisteva, che era parte del
suo stesso universo, viveva nella sua ombra, nel suo fascinoso incanto;
di quella sua bellezza così effimera, festosa e surreale.
Fu grande la delusione quando nella
distrazione di un attimo volgendo lo sguardo non la vide più, la cercò
ovunque inutilmente e provò un dolore straziante una sensazione di
ineffabile tristezza, un moto d’incanto spezzato che non riusciva a
cancellare dall’anima.
Così, l’attendeva ogni giorno nella vaga
speranza di vederla tornare in quel luogo pregno della sua magia, dove
lei era sbocciata dinanzi ai suoi occhi schiudendo le piccole ali come
fossero petali di un fiore.
Forse farfalla arcobaleno un giorno
inaspettatamente sarebbe riapparsa e finalmente il vecchio calabrone
avrebbe potuto osare sfiorarle con leggerezza le fragili ali, avrebbe
inalato il suo profumo, inebriarsi della sua delicata fragranza
rimanendo per sempre sospeso in quell’arcano incanto confessandole il
suo eterno amore.
Teresa Ghigo
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