COCKTAIL MORTALE di PATRIZIA BENETTI
Emily tornò a casa dopo una lunga
giornata di lavoro. Salutò Raymond quindi si liberò delle rigide scarpe di
vernice e sprofondò nel divano. Il marito preparò due drink e sedette accanto a
lei. “Stanca?”, le chiese sorridendo.
“Riunione, clienti intrattabili e altri
grattacapi. E tu?”.
“Le solite scartoffie”, minimizzo l’uomo.
Emily era manager
di una importante azienda farmaceutica. Raymond invece dirigeva la filiale di
una banca. Erano una bella coppia, molto invidiata. La gente si girava a
guardarli. Emily, lunghi capelli color mogano, fisico mozzafiato, elegante,
sofisticata laurea in economia, intelligenza vivace, comunicativa e
perseverante. Raymond sorriso sornione, leader per natura sapeva attrarre le
persone. Alto, fisico atletico, capelli brizzolati, fare pacato. Non mancavano
agli eventi mondani, ciò non faceva che accrescere la loro notorietà Il venerdì
sera lui andava a giocare a poker e lei usciva con le amiche. Si recavano in un
locale trendy a chiacchierare gustando deliziosi cocktail. Lì lei fece un
incontro che le stravolse la vita. I suoi occhi incontrarono quelli di un
affascinante sconosciuto e fu attrazione fatale.
“Buonasera”, disse Adam
sorridendo.
Era alto un metro e ottanta, affascinante, capelli neri e occhi verdi. Sobria eleganza. Indossava giacca e pantaloni neri con una maglia grigia. Non aveva anelli, né bracciali. Età apparente sui trentacinque. Si rividero anche il venerdì seguente e trascorsero una notte di passione nell’appartamento di Adam. L’indomani verso le sei Emily fece per andarsene ma lui era nervoso, le disse che dovevano parlare, la afferrò per un braccio, le fa male. Le si divincolò e corse via spaventata. Ricordò poi di avere dimenticato il cellulare a casa dell’amante. Era seriamente preoccupata: lì dentro c’era tutta la sua vita. Quell’uomo le avrebbe sicuramente rovinato la vita. Che stupida era stata! Si recò tremante da Adam la sera dopo. Le aprì subito. Era sorridente. Le consegnò il telefonino e la baciò teneramente. Fecero l’amore ancora, quindi Adam le confessò di essersi innamorato di lei, ma era pallido in volto. “Sono un militare. Ero in Afghanistan fino a un anno fa. Non ho lavoro. Casualmente ho incontrato tuo marito. Mi ha chiesto di ucciderti e ho accettato”.
Emily era sconvolta.
“Non ci credo. Raymond mi ama. Non sarebbe capace di fare del male a nessuno”.
“Tuo marito è direttore di banca. Tu guadagni cifre che lui neanche si sogna. E’ innamorato di Liza.” “Liza Thompson?, Emily impallidì, la giovane collega di Ray. Ha vent’anni. E’ solo una ragazzina” "Lui però non ha esitato a fare un una polizza sulla vita. Sulla tua vita. La cifra è da capogiro".
“Io non ho firmato nulla”.
“Lo so, ma Ray sa il fatto suo. Non credi? Ti vuole morta. Se non lo farò io lo farà qualcun altro. Avrei dovuto investirti e fuggire. Tutti avrebbero pianto la cara e dolce Emily e lui e la dolce Liza avrebbero intascato i soldi”.
Emily aveva perso ogni sicurezza. Sembrava che il mondo le cascasse addosso. Era impaurita e profondamente ferita. Poi però la donna manager prese il sopravvento ed escogitò un piano. Tornò a casa con Adam nel cuore della notte. Il marito era in cucina. Quando li vide la fronte gli si imperlò di sudore.
“Che cosa volete fare?”, chiese con voce strozzata.
“Ucciderti, amore mio”, e gli allungò un bicchiere in cui aveva versato un liquido ambrato.
“Cos’è?”.
“Un cocktail mortale. E’ buono. Bevilo. Dona una morte veloce e non lascia traccia di veleno nel corpo”.
Era alto un metro e ottanta, affascinante, capelli neri e occhi verdi. Sobria eleganza. Indossava giacca e pantaloni neri con una maglia grigia. Non aveva anelli, né bracciali. Età apparente sui trentacinque. Si rividero anche il venerdì seguente e trascorsero una notte di passione nell’appartamento di Adam. L’indomani verso le sei Emily fece per andarsene ma lui era nervoso, le disse che dovevano parlare, la afferrò per un braccio, le fa male. Le si divincolò e corse via spaventata. Ricordò poi di avere dimenticato il cellulare a casa dell’amante. Era seriamente preoccupata: lì dentro c’era tutta la sua vita. Quell’uomo le avrebbe sicuramente rovinato la vita. Che stupida era stata! Si recò tremante da Adam la sera dopo. Le aprì subito. Era sorridente. Le consegnò il telefonino e la baciò teneramente. Fecero l’amore ancora, quindi Adam le confessò di essersi innamorato di lei, ma era pallido in volto. “Sono un militare. Ero in Afghanistan fino a un anno fa. Non ho lavoro. Casualmente ho incontrato tuo marito. Mi ha chiesto di ucciderti e ho accettato”.
Emily era sconvolta.
“Non ci credo. Raymond mi ama. Non sarebbe capace di fare del male a nessuno”.
“Tuo marito è direttore di banca. Tu guadagni cifre che lui neanche si sogna. E’ innamorato di Liza.” “Liza Thompson?, Emily impallidì, la giovane collega di Ray. Ha vent’anni. E’ solo una ragazzina” "Lui però non ha esitato a fare un una polizza sulla vita. Sulla tua vita. La cifra è da capogiro".
“Io non ho firmato nulla”.
“Lo so, ma Ray sa il fatto suo. Non credi? Ti vuole morta. Se non lo farò io lo farà qualcun altro. Avrei dovuto investirti e fuggire. Tutti avrebbero pianto la cara e dolce Emily e lui e la dolce Liza avrebbero intascato i soldi”.
Emily aveva perso ogni sicurezza. Sembrava che il mondo le cascasse addosso. Era impaurita e profondamente ferita. Poi però la donna manager prese il sopravvento ed escogitò un piano. Tornò a casa con Adam nel cuore della notte. Il marito era in cucina. Quando li vide la fronte gli si imperlò di sudore.
“Che cosa volete fare?”, chiese con voce strozzata.
“Ucciderti, amore mio”, e gli allungò un bicchiere in cui aveva versato un liquido ambrato.
“Cos’è?”.
“Un cocktail mortale. E’ buono. Bevilo. Dona una morte veloce e non lascia traccia di veleno nel corpo”.