LA SERPE IN SENO di Graziella Dimilito
Erede di un immenso patrimonio, scapolo, generoso con i
tanti amici (interessati), discreto pittore, amava dipingere nudi di donna, non
vendeva i suoi quadri, non ne aveva bisogno, li regalava. Le più belle ragazze
facevano a gara per posare nel suo atelier, con la speranza di accalappiarlo.
Un giorno si presentò alla sua porta una fanciulla mai vista
prima, vestita modestamente.
Ad occhi bassi, timidamente chiese di poter posare, per
guadagnare qualche soldo.
Fu un colpo di fulmine per il pittore, la fece entrare
nell’atelier, le offrì da bere, poi la invitò a spogliarsi dietro il paravento.
Quando ne uscì, completamente nuda, cercando di coprirsi
alla meglio con le mani, restò abbagliato dalla sua bellezza. Le disse:
“Non vergognarti, sei bellissima, vieni siediti qui, la luce
è migliore. Come ti chiami?”
“Evelyn”
Si mise subito al lavoro, la ragazza stava immobile come una
statua, era una modella perfetta. La dipinse bella come un Angelo. Quando finì
il dipinto le chiese:
“Dove andrai ora?”
“Non lo so – rispose lei – non ho una casa”.
“Non ti lascerò andar via, resta con me ti prego… io ti
amo”.
Lei arrossendo accettò. Fu l’inizio di un periodo di
felicità totale per il pittore, riempì la fanciulla di gioielli, abiti
eleganti, le confidò tutto di sé, l’amava alla follia.
Alcuni amici lo misero in guardia:
“Non stai esagerando? In fondo non sai nulla di lei”.
Ma lui non ascoltava nessuno, era troppo felice.
Una sera dei brutti ceffi, drogati e ubriachi, fecero
irruzione nella sua casa, minacciando di uccidere Evelyn se non avesse aperto
la cassaforte. Uno di loro la teneva per la vita, puntandole una pistola alla
testa.
“No! Non fatele del male, ecco , prendete ciò che volete”.
“No! Non fatele del male, ecco , prendete ciò che volete”.
Fecero razzia di denaro e di ogni cosa di valore.
Non fu il furto a stroncare moralmente il pittore, bensì lo
sguardo d’intesa fra la sua Evelyn e il capo della banda.
gd