sabato 13 maggio 2017

Giallo della domenica di Lucia Amorosi. "Gabriele"



         
                                       GABRIELE di LUCIA AMOROSI


Gabriele, aveva sempre odiato quel nome da arcangelo, ma adesso doveva ricredersi. Aveva studiato Gabriele, con cura maniacale. Aveva elaborato il suo piano per rubare la scena a quei dilettanti protagonisti della cronaca nera, a quegli omuncoli che si credevano artisti del crimine. Lui li avrebbe superati tutti, e poi li avrebbe puniti. Finalmente il momento era arrivato, e lui se lo stava godendo. Era lì Gabriele, proprio davanti al Pronto Soccorso del Policlinico della città, fumava una sigaretta nel buio, con la schiena poggiata ad un albero. Mescolato a tanti parenti in attesa di notizie. C’erano anche gli inviati dei più famosi tg nazionali che con le telecamere cercavano morbosamente di rubare lacrime e disperazione; nel sottofondo un frenetico via vai di ambulanze. I sintomi di tutte le migliaia di ricoverati in codice rosso erano inconfondibili: avvelenamento da cianuro. E non era certo l’unico ospedale in allerta: tutti bevono l’acqua. Avrebbe voluto prendere uno di quei microfoni e urlarci dentro “Sono stato io, ho avvelenato io l’acquedotto cittadino!” ma si sarebbe perso la parte migliore, quella nella quale gli inquirenti barcollano nel buio e le vittime, dopo aver pregato tutti i santi del paradiso, si rivolgono al loro angelo custode. L’arcangelo Gabriele.