LACRIMA NASCOSTA di Anna Bellocchio
In quella grande stanza avevano spostato
alcuni mobili per fare posto alle tante persone che sarebbero sicuramente
intervenute. Al lato destro della porta di ingresso faceva bella mostra di se
un enorme composizione di rose rosse al centro della quale spiccava una busta
ancora chiusa. Un tavolo era preparato con tazze da caffè in fine porcellana
bianca e bicchieri di cristallo che, per l’occasione, erano stati accuratamente
disposti allo scopo di facilitarne l’uso. Incominciarono ad arrivare alla
spicciolata ed entrando ognuno si soffermava qualche minuto con la padrona di
casa prima di dirigersi verso la tavola preparata e continuare, sottovoce, a
fare 4 chiacchere convenzionali con altre persone presenti. Al piano di sopra
lui sentiva questo strano brusio e questo strano via vai di persone ma non
riusciva a afferrarne il motivo e, stranamente, non aveva nemmeno la volontà di
approfondire la causa. Passarono pochi minuti e la grande stanza era oramai
colma di persone. Lei salì al piano di sopra, gli si avvicino…. Erano soli…
chinandosi verso di lui, lo baciò sulla fronte e gli sussurrò poche parole
all’orecchio: “Nessuno se ne accorgerà- disse- ho fatto tutto come doveva
essere fatto” Lui immobile non reagì ma una lacrima che nessuno vide le scese
dall’angolo dell’occhio. Lei uscì dalla stanza e fece cenno a due persone
vestite di scuro che potevano entrare. Tornò nella grande stanza dove tutti
erano in attesa di vederla tornare ed uscirono tutti assieme. Si diressero in un
grande parco. Lì era facile disfarsi di cose indesiderate e lei gettò in uno
dei grandi vasi sparsi in ogni dove, una siringa e una boccetta sulla quale
spiccava in maniera appariscente il simbolo del veleno: tubocurarina. La
cerimonia fu rapida. Lei restò ancora qualche attimo da sola davanti a quel
tumulo di terra, giusto il tempo di sussurrare: “ so che sei ancora vivo ma
così capirai quanto è terribile sentirsi prigionieri senza poter reagire”……..
si ricompose la veletta nera sugli occhi e si diresse verso la macchina che la
attendeva, finalmente libera! (Nanilastrega)