KHA SOBEK di Lucia Amorosi
Prima di tutto ciò mi chiamavo Kha, un nome comune qui nelle Due Terre.
Da qualche stagione però questo è mutato in Kha-Sobek, e sono l’unico credo oggi a glorificarmi di questo nome, già perché il significato è proprio “gloria del dio Sobek”;
ma sarà meglio che mi spieghi. Sono un uomo pingue di quarant’anni, mi dicono dal volto gioioso e simpatico. Curato nell’aspetto, amo mantenere ben lucido il cranio rasato e lindo il gonnellino bianco. Adoro sorridere alla gente e salutare con affetto chiunque mi conosca, e vi assicuro che in questo tratto del Nilo mi conoscono tutti. Sono nato accanto al tempio del dio Sobek, quello dalle sembianze del sacro coccodrillo, e ho giocato da bambino tra i palmeti di datteri e i fiori di loto. Per anni ho assistito mio padre che svolgeva la professione di imbalsamatore, principalmente di coccodrilli. Dovete sapere infatti che sono moltissimi i nobili facoltosi che amano offrire al tempio mummie del sacro rettile, che li preservino dalla malasorte e gli assicurino un passaggio facilitato per l’aldilà. Ho poi assistito inerme alle cacce sul Nilo, svolte da tanti giovani eroi che per un lauto guadagno rischiavano la vita tra le fauci delle loro prede. Quanta gioventù ho visto morire! Quanti pianti ho dovuto consolare!
Eccomi, io sono quello che ha trovato la soluzione, quello che ha asciugato le lacrime.
Ho ottenuto dal governatore la concessione di un tratto di palude e ho impiantato un allevamento di coccodrilli, così che gli offerenti possano finalmente donarne una mummia, da me sapientemente imbalsamata, senza avere sulla coscienza un giovane cacciatore. Immensa è la gloria che mi ha reso questa attività, e che ha visto ampliare il mio favore verso la popolazione; mi adorano al punto tale da cambiarmi il nome. Sì perché oltre a scongiurare tante morti premature ho risolto il problema della criminalità locale.
Come? Ovvio, qualcosa i miei amati coccodrilli dovranno pur mangiare! Eccomi, sono la Gloria del dio Sobek!
